Ampliamento di una palazzina commerciale e residenziale

Ricordiamo bene le parole del cliente: “Nonostante la crisi economica, avrei bisogno di aumentare lo spazio commerciale e inserire due stanze nell’abitazione soprastante. Non ho altre indicazioni da fornirvi: mi piacerebbe un ampliamento rivestito intieramente di pietra”. Poche parole, laconiche e chiare, soprattutto utili. Parole che in qualche modo ci hanno suggestionato; perché dopo il loro pronunciamento il progetto non poteva più essere la prosecuzione lineare dell’edificio esistente (rivestito di intonaco), ma doveva essere qualcos’altro. L’ampliamento doveva essere di pietra Luserna. La pietra che avevamo impiegato, tanti anni fa e con poca esperienza progettuale, per rivestire i pilastrini e i marcapiani del vecchio edificio.

La pietra è un materiale nobile (oggi); lega la costruzione al territorio; conferisce solidità agli edifici; impone conoscenze compositive e costruttive; trattiene la patina del tempo; evoca memorie antiche e vicine (la Porta Regia al Santuario di Oropa o le baite montane della valle dell’Elvo) o ricordi recenti e lontani (la frastagliata Torre-faro a Prarostino o gli scabri muri delle Terme di Vals). Alla pietra molti architetti della contemporaneità preferiscono altri materiali, più duttili, più effimeri, più lucenti, più trasparenti e spesso più costosi. Per nostra fortuna, dobbiamo dire, le parole del cliente ci hanno tolto di mano la patata bollente o la domanda retorica: meglio il “moderno” o il “tradizionale”?, il “poroso” o il “corrugato”?. La pietra Luserna è diventata così il materiale di rivestimento: è usata in lastre di altezza e lunghezza variabili, con bisello per il giunto orizzontale, senza per quello verticale.
L’ampliamento riguarda, in pianta, un perimetro di 4 metri e 20 centimetri (una campata del vecchio edificio) per 10 metri e 50 centimetri (la sua larghezza), posizionato a ovest dell’edificio esistente; il perimetro risulta leggermente “stirato” ai vertici per mantenere la confrontanza di 10 metri con la costruzione adiacente. Al piano terra c’è la prosecuzione del negozio di borse, al piano primo una nuova camera da letto e una piccola palestra privata, al piano secondo un nuovo terrazzo da cui si può godere della vista del monte Mucrone verso ovest e di Bielmonte verso nord.
La scelta progettuale è di misurarsi con la sezione trasversale dell’edificio esistente e con il triangolo del tetto, di riprenderne le sagome, o meglio la figure. Ma la figure si spezzano e si tagliano e si frantumano e poi si ricompongono parzialmente. Questo è rappresentato nelle foto di Stefano Topuntoli e nei disegni qui pubblicati. Il percorso progettuale è invece rappresentato dalla sequenza degli schizzi.

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