Il lavoro riguarda la riforma di un appartamento nel centro storico di Biella, cittadina dell’alto Piemonte. Ha preso corpo, così scrivevamo appena laureati, attraverso “la raccolta di alcune forme ritrovate nel mondo reale. L’interno diventa una somma di individualità ognuna con la sua storia. Ma esiste un filo che le accomuna: la memoria delle costruzioni del passato”.
“L’arco intonacato ‘a stucco’, la colonna di legno di ciliegio e la cornice di pietra di Oropa sono pezzi traslati dal reale, pezzi ritrovati in un viaggio, in un trattato o in una incisione che, trasfigurati o soltanto ricollocati, definiscono un insieme spezzettato e nel contempo compatto”. Tra le parole scritte e i concetti espressi molto poco è rimasto da salvare o ancora da esplorare. Per questo lasciamo il commento di questa nostra prima esperienza alle fotografie di Alberto Ferrero e alla frase che concludeva il testo di accompagnamento al progetto. “Tali pezzi non solo evocano immagini tratte dal mondo delle forme, ma tendono ad annullare la funzione per la quale sono stati costruiti. Così la relazione con la ragione pratica diventa ‘altra’; perché è riferita un po’ alle necessità funzionali e molto alle esigenze del buon abitare”.
